Un’opera tra il comico e il sentimentale. Sincera e godibile pur nella semplicità della realizzazione.
Un film di Jose Luis Yanez, Francis Levy, Techus con Roberto Ballesteros, Héctor Jiménez, Alessio
Lapice, Fermín Martínez, Carlos Valencia.
- Genere Commedia
- Durata 90 minuti
- Produzione Messico
- Italia 2024
- Uscita nelle sale: venerdì 19 luglio 2024
Un giornalista ingigantisce una voce che vorrebbe l’astronauta Neil Armstrong essere nato in realtà in
un paesino del Messico.
Tommaso Tocci – www.mymovies.it
Nell’estate del 1969, la corsa allo spazio è un tema centrale, intrecciandosi a questioni di geopolitica globale. Anche nella piccola cittadina messicana di Comala, Simón sogna di diventare un grande giornalista, desiderando lasciare il quotidiano locale. Per ottenere il posto di cronista a Guadalajara, decide di scrivere un articolo memorabile sullo sbarco dell’Apollo 11, ingigantendo una voce che vorrebbe Neil Armstrong nato in un paesino del Messico.
Questa commedia messicana, che guarda alla conquista dello spazio mantenendo i piedi ben saldi nella realtà del paese e della sua gente, ha un’origine dolceamara.
Il progetto, scritto e sviluppato dal regista Francis Levy Lavalle, è stato portato avanti dall’aiuto regista José Luis Yanes López e Techus Guerrero dopo la sua scomparsa, come omaggio non solo alla persona ma anche al suo stato natale, Colima. È qui che si svolge la stravagante indagine giornalistica di Simón, interpretato da Héctor Jiménez, che rimane sempre in contatto con la radice epica della sua impresa, nonostante la premessa quasi assurda.
Basta una voce, un commento avventato durante una cena, a evocare la misteriosa vicenda di “El Güero” Armstrong, icona della mitologia americana che potrebbe essere un immigrato messicano.
Mentre l’elemento comico evolve nel sentimentalismo, questa co-produzione tra Messico e Italia (con la partecipazione di Alessio Lapice in un ruolo di supporto) rimane sincera e godibile, nonostante la semplicità della realizzazione che sfiora il registro televisivo. Tra le varie peripezie, emerge un ritratto del “pueblo” e della comunità, vista attraverso i pilastri che la governano: familiari, burocratici, informativi e religiosi. Tutti lavorano insieme per proteggere i segreti e, quando necessario, per tutelare una menzogna. Una fiducia incrollabile nel sistema collettivo che guarda con benevolenza a coloro che sono partiti, sia per l’America che per la Luna.