Esce oggi il documentario «Come pesci rossi sul divano» che descrive i giorni del lockdown realizzato con i contributi di tutti i protagonisti tra cui David Riondino, Giuseppe Veneziano, Massimo Vitali, Massimiliano Pelletti.
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Nella primavera scorsa, in pieno lockdown, la regista Cristina Puccinelli, il produttore Michele Saragoni e il montatore Alessio Focardi decidono di documentare quanto stava accadendo. Realizzare un documentario in pieno lockdown durante una pandemia era una bella sfida. Non potevamo muoverci, non potevamo uscire, eravamo in tre città diverse, quindi dovevamo obbligatoriamente adottare un nuovo metodo di lavoro. Alessio era nella fase finale di sperimentazione di un nuovo metodo di lavoro, da lui denominato RFPP – Remote Film Post Production. Il fulcro di questo innovativo workflow è l’integrazione di diversi software, hardware e la piattaforma di condivisione file su cloud Frame.io
Grazie a questa tecnologia, la regista e il montatore hanno potuto minimizzare gli inconvenienti relativi al lavoro a distanza, condividendo sia le immagini, sia tutti i commenti direttamente in timeline.
Uno degli aspetti più complessi della post-produzione è stata le gestione dell’audio. Per rendere omogeneo e ricostruire gli ambienti delle diverse case dove si svolge il film è stato richiesto l’impegno di 54 tracce audio, con 36 reverberi diversi.
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